Riflessioni Personali

Schiavi del Sistema ma ricchi della nostra Diversità

Perchè il non adattarsi al Sistema e al Pensiero comune ci rende “diversi” ?

Dal racconto di un mio carissimo amico…

“Ieri sera a cena ero intento come solito ad esternare tutto il mio malcontento per questa finta rivoluzione culturale che avrebbe dovuto portarci verso “lidi” più felici, quando ad un certo punto mio figlio che è un ragazzo molto taciturno mi chiede, “scusa pà, ma non ti sei stancato di avere sempre il solito pensiero che ti pone fuori dai margini di quello che viene riconosciuto come Pensiero comune ?…non ti sei stancato di combattere contro un sistema che non potrà mai essere sconfitto?… a cosa serve metterti ancora in discussione quando potresti passare la tua vita in barca navigando per mare senza preoccuparti più di nessuno…?

Beh! dopo un attimo di smarrimento gli rispondo: fammi capire, a te piace questo sistema perché ti permette di avere la moto, un’auto di lusso, la carta di credito, ti permette di divertirti con gli happy hours, però attento figlio mio perché può accadere che un gusto eccessivo per i beni materiali porti gli uomini a mettersi nelle mani del primo padrone che si presenti loro, esci quindi dalla massa e dal pensiero comune, si, forse ti ritroverai da solo e sarai forse etichettato come “diverso“, ma tu non curarti di ciò che pensano/dicono gli altri perchè tu sarai un bellissimo quadrifoglio nel mezzo di un campo di trifogli.

(…) “In effetti, nella vita di ogni popolo democratico, vi è un passaggio assai pericoloso. Quando il gusto per il benessere materiale si sviluppa più rapidamente della civiltà e dell’abitudine alla libertà, arriva un momento in cui gli uomini si lasciano trascinare e quasi perdono la testa alla vista dei beni che stanno per conquistare.
Preoccupati solo di fare fortuna, non riescono a cogliere lo stretto legame che unisce il benessere di ciascuno alla prosperità di tutti. In casi del genere, non sarà neanche necessario strappare loro i diritti di cui godono: saranno loro stessi a privarsene volentieri… Se un individuo abile e ambizioso riesce a impadronirsi del potere in un simile momento critico, troverà la strada aperta a qualsivoglia sopruso. Basterà che si preoccupi per un po’ di curare gli interessi materiali e nessuno lo chiamerà a rispondere del resto. Che garantisca l’ordine anzitutto! Una nazione che chieda al suo governo il solo mantenimento dell’ordine è già schiava in fondo al cuore, schiava del suo benessere e da un momento all’altro può presentarsi l’uomo destinato ad asservirla. Quando la gran massa dei cittadini vuole occuparsi solo dei propri affari privati i più piccoli partiti possono impadronirsi del potere.
Non è raro allora vedere sulla vasta scena del mondo delle moltitudini rappresentate da pochi uomini che parlano in nome di una folla assente o disattenta, che agiscono in mezzo all’universale immobilità disponendo a capriccio di ogni cosa: cambiando leggi e tiranneggiando a loro piacimento sui costumi; tanto che non si può fare a meno di rimanere stupefatti nel vedere in che mani indegne e deboli possa cadere un grande popolo”

Alexis De Tocqueville

I governi democratici possono diventare violenti e anche crudeli in certi momenti di grande effervescenza e di pericolo, ma queste crisi saranno rare e passeggere. Quando penso alle piccole passioni degli uomini del nostro tempo […] non temo che essi troveranno fra i loro capi dei tiranni, ma piuttosto dei tutori. Credo, dunque, che la forma d’oppressione da cui sono minacciati i popoli democratici non rassomiglierà a quelle che l’hanno preceduta nel mondo, […] poiché le antiche parole dispotismo e tirannide non le convengono affatto. La cosa è nuova, bisogna tentare di definirla, poiché non è possibile indicarla con un nome.

..Ho sempre creduto che questa specie di servitù regolata e tranquilla, che ho descritto, possa combinarsi meglio di quanto si immagini con qualcuna delle forme esteriori della libertà e che non sia impossibile che essa si stabilisca anche all’ombra della sovranità del popolo. […] In questo sistema il cittadino esce un momento dalla dipendenza per eleggere il padrone e subito dopo vi rientra.

Nico (Max Weber)

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10 Replies to “Riflessioni Personali”

  1. “ma tu non curarti di ciò che pensano/dicono gli altri perchè tu sarai un bellissimo quadrifoglio nel mezzo di un campo di trifogli.”
    sono parole che si potrebbero usare nelle scuole di educazione al pensiero…
    e… calzano a pennello con l’ immagine che hai scelto…
    perché proprio il bianco? e quella linea grigia?

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  2. L’immagine mette in risalto il dissenso verso un meccanismo chiamato Sistema a cui tutti hanno chinato il capo ed è una sorta di allegoria, l’uomo in mezzo ha il volto visibile, mentre tutti gli altri hanno il capo chinato in avanti. Eh sì ! Essere ” diversi” ha un suo prezzo ma anche i suoi vantaggi; essere davvero liberi di programmare la propria esistenza!

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  3. “L’immagine mette in risalto il dissenso verso un meccanismo chiamato Sistema a cui tutti hanno chinato il capo”
    in parte… è quello che stiamo vivendo… o quello che vogliono farci vivere…
    e… “il pensiero diverso” non verrà mai accettato… verrà sempre messo da parte…
    è un fastidio per tutti coloro che seguono la massa o per paura abbassano la testa…

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  4. 2 mie considerazioni:
    1) lottare contro i mulini a vento non serve a nulla, se non a perdere tempo ed inacidirci. a mio parere essere “contro il sistema” perde di qualsiasi significato nel momento in cui le nostre azioni sono assolutamente vane
    2) rivoluzione culturale. le rivoluzioni culturali (illuminismo, rinascimento) non durano lo spazio di alcuni anni, o di un decennio. si sviluppano lentamente e prendono piede proiettandosi in un arco temporale lunghissimo. prendere come riferimento la nostra esperienza di vita (alcuni decenni) è un arco troppo breve per avere una esatta percezione della modifica del pensiero sociale, intellettuale, filosofico.

    Detto questo, non nego che sia in atto una sorta do oscurantismo, ben mimetizzato dallo splendore della tecnologia attuale. in realtà individualismo e relativismo ci stanno portando verso un baratro ideologico/culturale/morale/filosofico/religioso che solo le generazioni future potranno valutare.

    Che fare?
    Non lo so.
    Credo ci sia bisogno di un “Nuovo Rinascimento” ma anche l’Arte latita, ed il pensiero invece di elevarsi, si adegua.

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  5. NO, the problem is not that young people don’t understand” the difference between democracy and capitalism BUT between capitalism and liberalism.
    Thanks for the comment, hope to read from you again
    Bye

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  6. Caro Kikka (Andrea ? ) Tutto quello che stiamo vivendo, come falsa informazione, ingiustizie, soprusi, violenze verbali ed anche fisiche ( vai a fare qualche manifestazione di piazza poi mi dirai il rumore/dolore di un manganello sul tuo corpo ) è la causa di una sola parola, POTERE!
    Qui come mio solito, entro nel signifcato filosofico ( non me ne volere è un mio difetto )di questa parola.
    Possiamo dire del Potere, come la capacità di influenzare i comportamenti di masse umane.
    Possiamo considerare lo stesso, come la capacità di ottenere obbedienza, in quanto rende possibile che un individuo, muovendosi all’interno di una relazione sociale, riesca a far valere ,la sua volontà anche di fronte a un’opposizione.
    Raffigurando il Potere in ambito politico, possiamo raffigurarlo come l’azione legittima, di stabilire regole per tutti, di imporre il rispetto delle stesse, difatti di conseguire decisioni obbligatorie, sia nel fatto che nel diritto, per tutti.

    Infatti il Potere dal punto di vista generale, potrebbe essere identificato con la vita stessa.
    Potremmo inoltre intendere il Potere in due modi, quello inteso come Forza o Potenza oppure il Potere inteso come consenso, e come già detto, la forza è la capacità di far valere, anche in presenza di opposizione, la propria volontà, il consenso invece, rappresenta l’abilità di avere obbedienza da determinati individui in cui si manifesti una piccolo interesse all’obbedire.
    Quest’ultima definizione è quella che si accosta di più alla considerazione del Potere inteso come Autorità.

    L’Autorità lo può esercitare, dall’alto con la forza e la paura (tirannia) oppure dal basso, con il riconoscimento della superiorità tramite il rispetto, dando luce allo stato totalitario
    Il filoso inglese Hobbes, descrive nel suo Leviatano, che nell’esposizione alla rinuncia degli uomini, all’autogoverno, risiede la legittimazione del Potere dello stato a cui viene trasferità l’assolutà sovranità, dando luce allo stato-nazione.

    Arrivati a questo punto, possiamo considerare il potere dell’autorità non da Stato-nazione come i presupposti dovrebbero far credere, ma in uno Stato totalitario in quanto il potere stesso viene esercitato tramite il rispetto degli uomini, indotto dall’informazione di regime, carta stampata e media.
    Chiedo venia per il ritardo nella risposta, lo studio (non si finisce mai di apprendere anche alla mia età ) mi distoglie dal seguire giornalmente il mio blog.
    Un caro abbraccio !

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