Grethe Garbus

( Poesia metafisica)

Sulla terra leggeri….

Ormai, si facevano largo fra le Formiche umane, i primi Bagliori del giorno.
Henjira, soffermata al Tempio, rivolgeva gli usati saluti alla Mamma di Tutti, anche di quelle come lei, spose Proibite, eccetto che nel Vento, suo Papà.
Facevan male le parole del Sowar Tedesco, il Kapo dei Sepoy, le guardie Imperiali.
Le strade ormai brulicavano del solito kaos, persin peggiore di quello causato dall’assassinio a sangue freddo dei due Pescatori, ad opera di Maro’ assoldati,
a Servizio dei Colonialisti Predoni…
Certo, l’Uttar Pradesh era la Londra da Bere: dunque gli strepiti ipocriti dei nuovi Bramini del Five Stars Movement, eran giusto Xenofobia scontata e Pittoresca.
L’india, era ancor Saldamente nelle mani della City, la Scottish Masonery, la Windsor Crown: nessun tracollo per l’Establishement e gli Stocks excanges.
Le lettere appassionate del Max Sowar eran ormai poco piu’ che Pattume, al par del Contenuto?
Hjira: un Finocchio dal terzo Sesso.
Max, era fermo ai primi due: impaziente di attender il Maturar dei Fichi di Esopo…
Muji, il ragazzo dei Risciò, uno studente Maoista, comprese la malcelata ansia dello Sconforto.
” Non t’adombrare, Lady: a Bollywood, non parlano che di te: la tua Luce arde nelle Lampade di Mezza Delhy, la Notte.
Lo sanno tutti come sei, come stai: i tuoi Capelli al Vento, i Sorrisi…
Non son tutte Vagina, Sesso, Reclusione, le Donne comprate ai Poveri dai Globalisti.”

Il Sole, era ormai Alto…

Il passaporto fra le dita, quell’immagine ambigua e nessuna M o F, alla voce Sesso, ma una magnifica, Musicale E.
” Hai ragione , Muji: fra poco entrero’ nel Ventre di un Uccello a turbina, io, Eunuch, diretto alla terra degli
Eunukes…

Il Sole, sorrideva, scintillante, Lieto, al par del mio Utero …

Grethe Garbus

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Anna Achmatova

C’è nel contatto umano un limite fatale,

non lo varca né amore né passione,

pur se in muto spavento si fondono le labbra

e il cuore si lacera d’amore.

Perfino l’amicizia vi è impotente,

e anni d’alta, fiammeggiante gioia,

quando libera è l’anima ed estranea

allo struggersi lento del piacere.

Chi cerca di raggiungerlo è folle,

se lo tocca soffre una sorda pena…

ora hai compreso perché il mio cuore

non batte sotto la tua mano.

Anna Achmatova

Grethe Garbus

L’Amore, un bacio dentro l’anima.

L’Amore, un bacio dentro l’Anima.

Anche noi donne siamo stanche, quanto Bimbe dopo un lungo cammino, un Deserto infinito.Cadute da quella Torre, Principesse dimezzate, rondini appesantite dalle Lacrime di quelle Nuvole.Eppure, mi hai Acceso, con le Tue dolci Percosse a quanto di piu’ caro la Morte non sia riuscita a Trafugare, pur spogliata, spezzata, le piume zuppe, fradice.Non è cosi’ dolorosa e cruenta come la descrivono: è piuttosto Paziente, Dialettica a volte.Un’intera Notte ci divise, col mio Corpo spezzato quanto un’ Ostia di Carne e Sangue, tese ad affermarci.Tutti ci osservavano: Tu mi Carezzasti, anche le Parti che Preludono a quelle ben piu’ Intime; m’imponesti un Palpito di chiusura alle Pupille, per Godermi tutta.Si decise a gettar la Spugna, vinta , l’Antagonista, ammettendo la Primizia di quell’Appuntamento.Non avrebbe potuto imporsi, Farcela, ammise.“La mia Scaltrezza, non poteva vincere le tue Carte”, disse, “impotenti i miei trucchi”.E’ vero, un Bacio entro l’Anima, riesce solo ad un Uomo che possiede amore, Vita da Spargere a piene mani.Un Buon Seminatore, solamente, per mezzo di Nuvole, Uccelli…affonda ora quell’Impeto entro le mie Resistenze.Imponiti entro l’Assalto fremente, veemente a togliermi da quell’osservazione distaccata di me, assai meno Partecipe degli sguardi Inteneriti ed interessati degli astanti. Sciogli quel pugno decorosamente timido, a scompigliarmi il troppo Raccoglimento dei capelli; stringi quegli artigli a ghermire i fianchi, strappami quelle calze troppo Composte.Fammi ancor sentire Viva, piu’ di quanto non facciala constatazione del vibrar il ventilabro al mio Diaframma.Ponigli Tempesta Calda, quanto il mantice di un fabbro Fuciniere Battere, dar sostanza e Forma ad un ferro rovente; ribattilo in martellante Tempestar di Mazzate, Colpi instancabili e Sudati a sprigionar un’Opra Degna, plasmata entro un turbinio di faville, lapilli, piccole pungenti Scintille…Dammi ancor la Voglia di provar qualcosa che si possa chiamar Voglia.Poichè attorno, non ne vedo molta, fra tante perdute Innocenze.Non dirmi che a questo bacio non potra’ che seguir un amplesso ed un altro ancora, come con mia Madre, la Sua e la di Lei Madre, sino all’Ultimo dei Giorni.Compi quel Benedetto atto ora, qui, entro questo Istante che volge al Termine.Domani, potrei non Esser piu’…Non dovranno ancor accender 129.558 fiaccole d’Uomo, Donna, Bimbo a Nagasky, in Holocausto per dirmi:Juliet, la Guerra è Finita.Romeo: da tempo Hayez non dipinge piu’, a colori tenui, Acquarello, la nostra Storia…Scusami, se continuo ad Importunarti, Amore.

Grethe Garbus

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