Cultura Generale

Verità tra Opinione e Certezza

La Verità è un tema affrontato da molti filosofi antichi, tutti ma proprio tutti hanno voluto distinguere il loro concetto di verità da quello di certezza, posso citare Platone, Aristotele, Cartesio o Kant, anche i filosofi dell’era moderna hanno voluto esprimere il loro pensiero su questo concetto, fra questi Karl Popper che affermava quanto segue:

“La Certezza è uno stato di convinzione soggettiva che in genere viene considerato come effetto di un’evidenza, quindi parliamo di Verità percepita dalla ragione che si fonda sull’evidenza dei fatti”. Per comprendere la teoria di Senofane sulla verità è importante mettere in evidenza il fatto che occorre porre una chiara differenza tra la verità oggettiva e la certezza soggettiva. La verità oggettiva è la corrispondenza di un’affermazione con i fatti anche se noi conosciamo questi per certi oppure no, è quindi naturale che la verità non deve essere confusa con la Certezza o un sapere certo, perché colui che conosce qualcosa con certezza non è colui che conosce la Verità, infatti, conoscere con certezza, non significa possedere la verità. Anche la consapevolezza dell’esistenza di una conoscenza congetturale è importantissima perché esistono Verità a cui noi possiamo avvicinarci solo con delle laboriose ricerche che alla fine possano tracciare la strada che conduca alla Verità anche attraverso degli errori invero le nostre opinioni scaturite da questi ultimi.

Ecco allora la creazione dell’Opinione, un giudizio che può essere considerato vero da colui che lo formula, ma non costituisce una certezza autentica in quanto non fornisce garanzie circa la propria validità. L’Opinione, (di cui ho già parlato in un altro articolo del blog), in ambito filosofico ha due significati non nettamente distinguibili, da un lato la vera e propria congettura esposta a confutazione degli eventi, dall’altro lato invece, l’elaborazione dei fatti che sono cosa certa in quando già accaduti, prestando più attenzione agli indizi, che non essendo cosa certa danno più valore al confronto di diverse opinioni esposte da soggetti diversi. Secondo una concezione di matrice Cartesiana, il campo della ragione è limitato a quello che risulta certo e necessario, ovvero a quello che può essere dedotto in modo astrattamente formale, ad essa risulta dunque estraneo tutto il campo del probabile, del verosimile, di tutto quello che forma oggetto di discorso fra gli Enti, ed è proprio all’interno di questo campo del “probabile”, che avviene il confronto di diverse opinioni giudicando sui valori certi.

Quindi potremmo dire, e qui mi rifaccio al pensiero di Parmenide, che l’Opinione sia una forma di apparenza contrapposta alla verità in virtù del suo carattere soggettivo che non le permette di avere un consenso universale, questo anche se l’opinione è stata spesso assimilata al pre-giudizio e considerata imprescindibile nello stadio pre-scientifico della conoscenza certa.

In effetti per meglio comprendere quale sia il legame che congiunge l’Opinione con la Certezza e la Verità, occorre soltanto attenersi alle proprie convinzioni personali, al proprio modo di pensare anche in contrasto con quello degli altri e con lo stato soggettivo delle cose.

La Certezza soggettiva di un fatto derivante dalla sua conoscenza certa, diviene Verità soggettiva, perché riferita all’Essenza del fatto stesso, esprimere quindi un’opinione su una Verità, non è come avere la Certezza di quella Verità.

Termino riassumendo quanto sopra, si parla di Certezza in quanto la stessa è forma della conoscenza, quindi soggettiva, si parla invece di Verità quando la stessa è forma dell’Essere, quindi oggettiva.
Un evento è infatti “vero” in sé, “certo” in rapporto a un osservatore esterno. E’ poi indifferente se chi osserva, possa conferire valori diversi allo stesso evento, perché alla fin fine si avranno di conseguenza diverse verità soggettive: tutte queste verità soggettive saranno di conseguenza riferite all’Essenza del fatto e potranno quindi esistere anche senza alcun osservatore.

Nico (Max Weber )

photo: la bocca della verità (chiesa S.Maria in Cosmedin ) Roma

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Sergéj Aleksándrovič Esénin

In un mondo dove regna perennemente la guerra, ci sono cose che NON si possono toccare né censurare, tra esse oltre i diritti civili, c’è la Cultura che comprende Poesia, Musica, Pittura, Filosofia, Teatro.

La pochezza umana ha però superato ogni istinto morale ed etico, annullando di fatto concerti di musica classica, opere teatrali, mostre d’arte, rifiutando l’intervista a personaggi della cultura, impedendo la partecipazione alle maggiori gare sportive di atleti preparatissimi, il tutto nei confronti di un unico Paese, la Russia. Ora io non voglio discutere su chi ha torto o chi abbia ragione, su chi aggredisce o chi subisce, dico soltanto che l’ARTE non deve essere messa nel mezzo di una guerra, nè usata come ritorsione verso chicchesia, tutto quello che sta accadendo da 12 mesi a questa parte e non parlo della cruda guerra, ma di tutti gli eventi culturali annullati o boicottati su decisione di uno Stato PREPOTENTE e GUERRAFONDAIO verso un Paese la cui unica colpa è quella di chiedere che vengano rispettati i confini tracciati e sottoscritti nei trattati MINSK 1 e MINSK 2, è vero che esistono come in questo caso le codiddette GUERREper procura, cioè io metto le armi e tu i soldati, ma quello che mi lascia stupito sono gli ORDINI a cui l’Italia deve sottostare, ordini impartiti da chi a suo tempo sterminò un intero popolo. Ora mi taccio perchè altrimenti ci sarebbe ancora molto da dire, per i motivi sopora citati, vi offro una bellissima Poesia di un grande Poeta Russo, leggetela e lasciate andare tutto il resto che ho scritto.

Io lo ricordo

Io lo ricordo, amata, io lo ricordo,
Lo splendore dei tuoi capelli;
Non fu allegra vicenda, né leggera,
Per me l’abbandonarti.

Delle notti autunnali mi ricordo,
Del murmure nell’ombra di betulle:
E se allora più corti erano i giorni,
Più a lungo dava luce a noi la luna.

Ed io ricordo che tu mi dicevi:
“Questi anni azzurri se ne andranno via,
E tu, mio amato, dimenticherai,
Per sempre, per un’altra”.

Ma oggi il tiglio che va rifiorendo
Di nuovo ha ricordato ai sentimenti
Come teneramente cospargevo
A quel tempo i tuoi riccioli di fiori.

E il cuore, non disposto a raffreddarsi,
E amando un’altra con malinconia,
Va ricordando con quell’altra te,
Come un lungo racconto prediletto.

Sergej Esenin

photo: Pace di Vasilij Vasil’evič Kandinskij -oil on canvans-

Cultura Generale

Dubbio e Scetticismo

“Il dubbio ha una sua validità se si inserisce tra le certezze” – Vittorino Andreoli –

Parto da questa frase scaturita da un’interazione con un carissimo amico, per stigmatizzare in termini filosofici l’importanza negativa (a torto ) di questo stato mentale.

Il Dubbio indica una situazione di incertezza psicologica di fronte ad una scelta e sono due i valori che lo contraddistingue e con cui viene classificato; il primo valore è quello Metodico, il secondo è quello Assoluto.

Nel primo caso voglio rifarmi a due grandi filosofi del passato, Bacone e Cartesio. Per Bacone, al fine di instaurare un rapporto diretto con i risultati dell’esperienza personale, lui indica di sottoporre a critica i pregiudizi (personali) più diffusi, il dubbio infatti, diviene il momento preminente del conoscere, destinato a rimuovere gli stessi pregiudizi che ne impediscono il corretto svolgersi della ricerca.

Per Cartesio invece è l’accezione Metodica che trova la sua più ampia estensione, egli infatti mira a raggiungere, proprio attraverso l’uso sistematico del dubbio, una evidenza certa e indubitabile che possa fungere da punto di partenza e criterio di ogni ulteriore verità.

Per lui quindi nessuna nozione umana può sottrarsi al dubbio, il fatto di dubitare è di per se un percorso obbligato, in questo modo Cartesio affermava che: se dubito penso se penso Sono, ed è questa l’evidenza assoluta cercata, sotto la forma di una Certezza.

Nella seconda accezione, il dubbio Assoluto è l’atteggiamento scettico che preclude la possibilità di pervenire ad alcuna conoscenza certa nell’immediato, obbligando quindi al fatto di dubitare di ogni affermazione e di ogni teoria. In altre parole è la forma dello Scetticismo.

Essere scettici in generale, è l’atteggiamento di chi nega ogni possibilità di conoscere il vero, negando in termini assoluti l’esistenza di un significato assoluto della realtà.

Quindi mi raccomando, quando vi trovate di fronte ad un’affermazione, meglio essere dubbiosi che scettici, altrimenti non saprete mai se quell’affermazione sia vera oppure no.

Nico (Max Weber)

Elizabeth Barrett Browning

Come ti Amo

Come t’amo? Lascia che io ne conti i modi.
Io t’amo con la profondità, la vastità e l’altezza
che l’anima mia può attingere
quando mi sento smarrita
oltre i confini dell’Essere e della Grazia ideale.
E così t’amo
nelle più piccole cose di ogni giorno,
alla luce del sole e a quella delle candele.
T’amo con l’onestà di chi si cela al plauso
e l’ansia di chi scaccia il male,
t’amo con la passione delle antiche pene,
con la fede dell’infanzia, con l’amore
che pensai di perdere con i santi che ho perduto.
T’amo con il respiro, con i sorrisi e il pianto
della mia vita. E, se Dio vorrà,
t’amerò ancor di più oltre la Morte.


Elizabeth Barrett Browning

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