Cultura Generale

Etica e Politica

Da “La Filosofia Morale”

di Piergiorgio Donatelli

“L’etica e la politica si occupano della condotta individuale e di quella collettiva, ma l’una non è pensabile senza l’altra, dato che l’uomo non è pensabile al di fuori dei legami sociali.

Poiché nell’essere umano vi è una parte razionale (intelletto) ed una irrazionale (sensibilità), esistono rispettivamente virtù dianoetiche (da diànoia = facoltà del pensiero) e virtù etiche vere e proprie.

Le virtù etiche si occupano del perfezionamento e dell’eccellenza del carattere, e fanno riferimento al principio della mesòtes, cioè della giusta misura, della via di mezzo. I comportamenti estremi vanno esclusi, a preferenza di quelli intermedi ed equilibrati: così tra la viltà e la temerarietà è preferibile il coraggio, tra l’avarizia e la prodigalità la generosità, e così via.

Le virtù dianoetiche sono fondamentalmente due: la saggezza (phrònesis), che è la base conoscitiva per operare le virtù etiche, la propensione cioè a calcolare correttamente il rapporto tra mezzi e fine dell’agire; e la sapienza (sophìa), che è la virtù propria della ragione teoretica, dunque l’anello di congiunzione tra scienze pratiche e scienze teoretiche. Secondo questa prospettiva gerarchica, la felicità umana si realizza pienamente nella figura del filosofo, che, dice Aristotele, è theoeidès, addirittura “simile a un dio”!

Questo perché l’attività teorica, a differenza di quella pratica, ha il fine in se stessa, e dunque è suprema, la più continua, la più piacevole, autosufficiente, amata di per se stessa, e dunque libera. Solo chi raggiunge questo livello di consapevolezza e di autosufficienza, solo chi prova il piacere puro della conoscenza e della contemplazione, chi pertanto non è soggetto all’incostanza e all’incertezza dell’agire pratico, può essere veramente e compiutamente felice”.

Un buon libro da leggere, lo consiglio.

Piergiorgio Donatelli

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Cultura Generale

Autorità o Autorevolezza? L’Uomo di Potere e la mancanza di Etica.


La Società non è altro che una famiglia allargata, più questa famiglia si espande più avrà le sembianze di un Paese. Ora, in una famiglia l’aspetto principale più importante è l’Educazione, c’è il Capofamiglia AUTORITARIO che s’impone sui figli dando loro regole rigide, regole che hanno come conseguenza principale quella di far respirare all’interno della famiglia un’aria di DISPOTISMO, di PREPOTENZA e di OPPRESSIONE, negando di fatto ogni diritto, e c’è il Capofamiglia AUTOREVOLE che cresce i propri figli parlandoci piano, cercando di farli riflettere sui fatti della vita, insegnando loro per mezzo delle sue esperienze passate, LE REGOLE della convivenza civile.

L’AUTORITA’ è una dimensione rigida nella quale cerchi di fuggire il prima possibile dalle sue tenaglie che hanno solo la capacità di soffocare la libertà personale, le scelte e le decisioni soggettive.
Con AUTORITA’ ci si impone su chi è debole o su chi è troppo SUPERIORE alla media e lo si fa per non perderne il Controllo, perché chi sfugge al Controllo diventa un individuo pericoloso in quanto potrebbe mettere in discussione la presenza di quelle capacità come imparzialità, giustizia, obbiettività, equilibrio e neutralità. necessarie alla funzione AUTORITARIA rivestita.

Infatti è noto che il Pensiero Uniforme percepisce come indice di SICUREZZA il CONTROLLO esercitato dall’Uomo di Potere (in divisa) sugli individui, infatti è molto più facile gestire un POPOLO di “PECORE TOSATE” ritenuto più “affidabile” rispetto ad un POPOLO di “TORI SCALPITANTI”, piegare quindi l’individuo non incline alle discriminazioni, alle parzialità e alle ingiustizie, come unica soluzione affinché non diventi esempio per altri individui, il Potere vede l’individuo “diverso” come una minaccia e trattato di conseguenza.

Dunque, l’AUTORITA’ al contrario dell’AUTOREVOLEZZA, ci farà vedere solo la SUA verità, cancellando se possibile ogni riferimento ai nostri diritti…ed è così che si perde il coraggio di RECLAMARE giustizia ed equità.

“Ora fra il rogo ardente delle mie Idee anch’io son diventato di fiamma; e scotto, brucio, corrodo…e porto con me dolore e sofferenza […] Io mi dichiaro in Guerra aperta, palese e nascosta contro ogni l’AUTORITA’ e contro l’Uomo in divisa che non conosce Etica né Giustizia” (R.N.)

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